Un'isola, un grande prato d'acqua su cui riposano tante piccole case
galleggianti, come tende per occasionali campeggiatori. Un ragazzo
appena fuggito da un orribile delitto è lì per togliersi la vita. La
custode/barcaiola (una Caronte al femminile) di questo strano parco
acquatico fa di notte la prostituta fra una casetta e l'altra. Ma poi
conosce lui, smette. Li attrae la disperazione reciproca, il bisogno di
cercare e trovare qualcosa. L'acqua che li divide è il liquido dal quale
tutti pescano, nel quale tutti depositano i propri escrementi, è il
simbolo della vita ma anche lo spazio che separa le esistenze l'una
dall'altra.
lunedì 24 agosto 2015
mercoledì 18 marzo 2015
The Birdcage Inn Sub Ita
La chiusura in realtà personali che si aprono in un corridoio che dirige
verso una porta verso esterna, è un elemento ricorrente nel cinema del
regista coreano, ideatore di una "violenza poetica", blend di crudezze e
sogni, privi di luoghi comuni.
La "Locanda del voliere" (anch'esso spazio definito e chiuso) è la dimora di Jina giovane prostituta e ragazza apparentemente debole, e schiava delle regole sociali che in Corea del Sud non accettano e puniscono: la "vendita dei corpi femminili" è proibita. Il motel, gestito da una famiglia nella quale la sorella Hyemi è l'estremo opposto di Jina è la scena rappresentativa di un mondo ridotto e reale. Hyemi, rigida con se stessa e gli altri e incapace di qualsiasi gesto umano nei confronti di Jina, è l'essenza della coerenza e della standardizzazione sociale di un paese molto lontano da noi. Le regole tuttavia sono fatte per essere cambiate. E dall'odio può scaturire l'amicizia.
La "Locanda del voliere" (anch'esso spazio definito e chiuso) è la dimora di Jina giovane prostituta e ragazza apparentemente debole, e schiava delle regole sociali che in Corea del Sud non accettano e puniscono: la "vendita dei corpi femminili" è proibita. Il motel, gestito da una famiglia nella quale la sorella Hyemi è l'estremo opposto di Jina è la scena rappresentativa di un mondo ridotto e reale. Hyemi, rigida con se stessa e gli altri e incapace di qualsiasi gesto umano nei confronti di Jina, è l'essenza della coerenza e della standardizzazione sociale di un paese molto lontano da noi. Le regole tuttavia sono fatte per essere cambiate. E dall'odio può scaturire l'amicizia.
martedì 3 marzo 2015
Bi-mong Dream
Jin si addormenta al volante e sogna un incidente stradale. Ma si
tratta di un fatto reale e la responsabilità ricade su Ran, una giovane
donna che si dichiara innocente. Jin si autoaccusa davanti alla polizia,
ma viene considerato pazzo mentre Ran finisce in carcere. Presto si
scopre che i due sono indissolubilmente legati: Ran, in stato di
sonnambulismo, compie quello che Jin sogna. Fonte
martedì 30 dicembre 2014
One on one
Una studentessa liceale viene brutalmente assassinata. Mentre torna a
casa uno degli assassini viene sequestrato da un gruppo paramilitare che
lo sottopone a tortura costringendolo a scrivere la propria ammissione
di colpa. Rilasciato e tormentato da quanto ha subito vive nella paura
anche perché scopre che, uno dopo l'altro, i suoi complici stanno
subendo la sua stessa sorte.
Il titolo coreano del film suona come una domanda "Chi sono io?". Insieme ai personaggi che porta sullo schermo Kim Ki-duk se la sta ponendo sicuramente, con ancora maggior forza, da dopo la crisi documentata con Arirang. La risposta che emerge dalle tre opere posteriori alla crisi è quella di un animo esacerbato da una realtà violenta che non riesce più a sopportare e che intende denunciare. Così come denuncia le falsità e le omissioni seguite al naufragio di un'imbarcazione che ha causato una strage in Corea del Sud portando sugli abiti con grande evidenza la scritta "La verità non può annegare".
Il titolo coreano del film suona come una domanda "Chi sono io?". Insieme ai personaggi che porta sullo schermo Kim Ki-duk se la sta ponendo sicuramente, con ancora maggior forza, da dopo la crisi documentata con Arirang. La risposta che emerge dalle tre opere posteriori alla crisi è quella di un animo esacerbato da una realtà violenta che non riesce più a sopportare e che intende denunciare. Così come denuncia le falsità e le omissioni seguite al naufragio di un'imbarcazione che ha causato una strage in Corea del Sud portando sugli abiti con grande evidenza la scritta "La verità non può annegare".
venerdì 19 dicembre 2014
L'arco SubIta
Il cinema di Kim Ki-duk è un coacervo di topoi ricorrenti, fortemente
caratterizzato ma costantemente a rischio di manierismo o di stasi
eccessiva sui medesimi temi. Talora sembra quasi che il regista giochi
con lo spettatore, sviandolo con elementi accessori per poi riportarlo
nel suo regno, costellato di ossessioni onnipresenti. Quelle che da
Crocodile in avanti tormentano i sogni e le visioni di Kim: un eroe o un
bruto o entrambi, taciturno e iracondo, che prova per una ragazza, una
donna o forse La donna, un amore insano, possessivo, violento e
inaccettabile per la società, ma che è anche capace di tenerezze
imprevedibili.
Con l'acqua come tessuto connettivo delle diverse storie, liquido amniotico da cui (ri)nascere e simbolo di una sessualità che segue leggi feroci e imperscrutabili. Le accuse di misoginia e di astuto compiacimento non sono mai mancate, almeno fino all'accettazione universale del talento di Kim, coincisa con il successo di Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera e di Ferro 3.
Con l'acqua come tessuto connettivo delle diverse storie, liquido amniotico da cui (ri)nascere e simbolo di una sessualità che segue leggi feroci e imperscrutabili. Le accuse di misoginia e di astuto compiacimento non sono mai mancate, almeno fino all'accettazione universale del talento di Kim, coincisa con il successo di Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera e di Ferro 3.
martedì 16 dicembre 2014
La Samaritana
Yae-jin e Jae-young sono due amiche e vogliono andare in viaggio in
Europa. Per poterselo pagare Jae-young decide di prostituirsi mentre
Yae-jin gestisce i suoi appuntamenti. Ma un giorno qualcosa va storto e
Jae-young, per non farsi catturare dalla polizia, si getta dalla
finestra. Yae-jin, distrutta dal rimorso per essersi distratta e aver
così causato indirettamente la morte dell'amica, sceglierà una maniera
inconsueta per espiare la sua colpa.
Al suo decimo film Kim Ki-duk trova forse la quadratura del cerchio definitiva, senza rimestare ulteriormente nella propria poetica né indulgere sui propri topoi.
Al suo decimo film Kim Ki-duk trova forse la quadratura del cerchio definitiva, senza rimestare ulteriormente nella propria poetica né indulgere sui propri topoi.
lunedì 15 dicembre 2014
Time
Una donna e un uomo, See-Hee e Jim woo, sono amanti. Il loro amore è
forte e la gelosia imperversa. See-Hee, credendo che il fidanzato si sia
stufato di lei e che vada in cerca di altre conquiste, fugge da questa
situazione e si affida alla chirurgia estetica per dare nuova vita al
rapporto. Questa scelta cambierà per sempre la loro relazione.
Kim ki-duk è un regista-artista che racconta attraverso la semplicità.
Simboli, temi, quadri, segni forti che si stagliano su uno sfondo bianco
e che rimangono nella memoria. In questa sua opera questo atteggiamento
non cambia, è solo la presenza di rumori di fondo che sfuoca il
messaggio e lo rende apparentemente meno incisivo.
domenica 14 dicembre 2014
Amen sub ita
Dopo il passaggio televisivo di Arirang su Fuori Orario, in molti auspicavano il ritorno imminente dietro la macchina da presa di Kim Ki-Duk, caduto in depressione e ora il regista coreano ha trovato la forza per girare un nuovo film, Amen, un progetto di finzione drammatica, presentato nei giorni scorsi in Spagna al Festival di San Sebastian. Si tratta infatti di una pellicola low budget interamente interpretata da due soli attori in scena, lo stesso Kim Ki-Duk e l'attrice coreana Kim Ye-Na, in un road movie in giro per tutta Europa in cui i due si riprendono a vicenda. Ecco la trama:Una donna coreana va in Francia per far visita al fidanzato ma, arrivata a destinazione, scopre che lui è partito per Venezia e decide si raggiungerlo in Italia. Sulla strada per Venezia, però, viene aggredita e violentata da uno sconosciuto che indossa una maschera antigas e che le ruba tutti i bagagli. Giunta nella città veneta, ha un'ulteriore sgradita sorpresa: il fidanzato è già ripartito per un viaggio in giro per l'Europa. Così, anche lei inizia a peregrinare per il vecchio continente, inseguita dal violentatore che, a poco a poco, comincia a restituirle i bagagli rubati...
sabato 13 dicembre 2014
Arirang sub ita
Kim Ki-duk vive da solo in una disordinata casa di campagna al cui
interno ha installato una tenda in cui dorme. Ha lasciato il cinema dopo
che, nel corso delle riprese di Dream
la protagonista ha rischiato di morire impiccata. Ora Kim vive una vita
di afflizione lontano dal set in cui per lui urge il bisogno di
riflettere sul senso del fare cinema. Decide allora di riprendere se
stesso realizzando così una lunga dichiarazione in cui si mette
totalmente a nudo.
venerdì 12 dicembre 2014
Moebius
Dopo l'ennesimo tradimento del marito la moglie tenta di evirarlo senza
successo. Finisce invece per evirare il figlio e poi fuggire, scatenando
una reazione a catena incontrollabile. Il padre tenta in ogni modo di
restituire una sessualità al ragazzo, nel frattempo vittima di ogni
genere di abuso da parte dei coetanei, fino a far trapiantare il proprio
pene nel corpo del figlio. Ma la madre intanto ritorna a casa e la
tragedia familiare si aggrava ulteriormente.
giovedì 30 ottobre 2014
Soffio
Kim Ki-Duk ha ormai acquisito una capacità produttiva e realizzativa
invidiabile. Riesce a realizzare in tempi brevissimi film che non
mancano mai di stupire piacevolmente il pubblico del cinema di qualità
anche se la critica internazionale, dopo averlo scoperto e promosso, sta
progressivamente prendendone le distanze. Forse perché il suo è un
cinema troppo personale (nel senso più pieno del termine) per continuare
a piacere a lungo a chi cerca la novità per la novità. Il conflitto tra
l'amore e la passione che si fa tutt'uno con il sesso, tra lo spirito e
la carne che sembra a volte pretendere la violenza sono problemi che
attraversano tutto il suo modo di fare cinema e che anche in questa
occasione si ripropongono.
Ferro 3 - La casa vuota
Il regista Kim Ki-Duk è un'entità anomala nel panorama cinematografico.
Prima di giungere alla pittura, suo più grande amore, ha svolto lavori
di ogni tipo, e il suo incontro con il cinema è avvenuto solamente negli
ultimi anni, senza aver avuto alcuna esperienza o formazione in merito.
Di conseguenza una sua opera è sempre un'esperienza magica e sensoriale.
Abbandonati la valle sperduta e la casetta galleggiante del monaco, della favola morale Primavera, estate, autunno e inverno e... ancora primavera, il regista coreano torna ai giorni nostri per raccontare il tema della solitudine e dell'amore. Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. Dorme sul divano, si fa la doccia, lava i panni, aggiusta gli oggetti che non funzionano, gioca a golf e si scatta fotografie da solo con la sua camera digitale. Tutto con una leggerezza quasi ultraterrena.
Abbandonati la valle sperduta e la casetta galleggiante del monaco, della favola morale Primavera, estate, autunno e inverno e... ancora primavera, il regista coreano torna ai giorni nostri per raccontare il tema della solitudine e dell'amore. Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. Dorme sul divano, si fa la doccia, lava i panni, aggiusta gli oggetti che non funzionano, gioca a golf e si scatta fotografie da solo con la sua camera digitale. Tutto con una leggerezza quasi ultraterrena.
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